L'aquila
- Is Gennas
- Arbus (Sud Sardegna)
si trova
in campagna
Cibi Senza Glutine
Animali Ammessi
Il nostro Agriturismo ad Arbus è la meta ideale per chi vuole vivere una vacanza in Sardegna in relax, immersi nella pace della natura incontaminata del territorio della costa verde, con le sue splendide spiagge, la cordialità dei padroni di casa e il cibo genuino. Dotato di una sala interna accogliente e spaziosa, viene utilizzata per i pasti e come sala relax. Le camere sono semplici ma spaziose e offrono un panomara mozzafiato. Sono tutte dotate di aria condizionata e offrono tutte le comodità. Cucina tipica con produzione produzione propria di: -formaggio caprino, ricott
Prezzi | ( Nessun Costo di Prenotazione )
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Singola
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Min. | €. 40,00 |
Max. | €. 45,00 |
Doppia
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Min. | €. 49,00 |
Max. | €. 57,00 |
La struttura può dare ospitalità con le camere ad un numero massimo di 16 persone.
La sala può ospitare un numero max di 54 persone.
I bambini da 0 a 2 anni non pagano.
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La struttura offre alloggio per
un numero minimo di 1 notti
e dispone di 50 posti letto
Attrattive vicino a Arbus
La Costa Verde svela la sua bellezza sulla costa sud occidentale della Sardegna, in un’area che si estende per circa 47 chilometri, da Capo Frasca a Nord fino al promontorio di Capo Pecora a Sud. La marina di Arbus, così bella ed incontaminata, conserva un fascino inaspettato, offrendo uno scenario di suggestioni antiche e di profumi intensi, la macchia mediterranea ed il mare spettacolare che ha come protagonista il vento di maestrale. Il litorale si offre in una varietà di conformazioni,...
dalle spiagge di sabbia finissima alle cale rocciose, le imponenti scogliere fino alle dune di sabbia dorata. Tutta l’area della Costa Verde è parte del territorio di Arbus, conosciuto fin dall’antichità per la ricchezza del suo sottosuolo nella quale dalla metà del 1800 fino al 1991 si sviluppò un’industria estrattiva importantissima. Queste aree, situate all’interno del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, oggi appaiono paesaggi fuori dal tempo fatti di ruderi di case, cantieri, pozzi sparsi e diroccati, impianti e carrelli minerari arruginiti. La fantasia unita al ricordo degli anziani porta, con un viaggio temporale all’indietro, ad un mondo in cui uomini e animali, macchinari e carrelli si muovevano al ritmo unisono di un lavoro faticoso e debilitante, specchio dell’epoca industriale. -La Miniera di Montevecchio è uno degli otto siti minerari che compongono il Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, ufficialmente riconosciuto nel 1997 dall’UNESCO come primo parco all’interno della rete mondiale dei Geositi/Geoparchi, istituita dall’UNESCO con lo scopo di tutelare e valorizzare il patrimonio tecnico-scientifico, storico culturale ed ambientale dei siti nei quali l’uomo ha utilizzato le risorse geologiche e minerarie. Ingurtosu è una frazione del comune di Arbus che ha ospitato, insieme a Montevecchio, una delle più importanti miniere dalla Sardegna. Il suo nome deriva da su gurturgiu, il gipeto, un avvoltoio che popolava i cieli di quest’area. Oggi è un villaggio semidiroccato e quasi deserto ma in passato, quando fu abitato fino alla fine degli anni sessanta, era arrivato a ospitare quasi cinquemila persone, fungendo da centro direzionale della miniera di Ingurtosu e di quella vicina di Gennamari, che facevano parte entrambi del complesso minerario chiamato filone di Montevecchio, dal quale si estraevano piombo, zinco e argento. Lungo la vallata che collega il villaggio al mare si trovano alcuni pozzi minerari, tra cui il Pozzo Gal, recentemente restaurato e trasformato in area museale sulla vita degli operai, e gli imponenti ruderi della laveria Brassey, costruita in località Naracauli circa nel 1900, quando proprietario della miniera era il nobile inglese Lord Brassey. Edificato alla fine di una piccola e breve valle parallela a quella di Ingurtosu, era il villaggio di Pitzinurri. Qui sorgeva villa Wright, la residenza del vicedirettore della miniera al tempo della gestione inglese. -Le dune di Piscinas, tra le più grandi in Europa, sono state dichiarate patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO. Si spingono nell’entroterra per circa 2 chilometri raggiungendo un’altezza massima di 100 metri, continuamente rimodellate dai venti occidentali che insistono sulla zona lungo tutto l’arco dell’anno. -Pistis e le dune di Torre dei Corsari: Il nome originale è “Dune di Is Arenas ‘e s’acqua ‘e s’ollastu”. Le dune si affacciano su una spiaggia molto lunga, di sabbia chiarissima, con alle estremità alte scogliere di basalto. Sulla Costa fra il golfo di Pistis e Torre dei Corsari, è possibile visitare la Casa del Poeta. Si chiama “sa domu ‘e su poeta”, la casa del poeta, e altro non è che un immenso ginepro coccolone trasformato in un rifugio che guarda il mare e le dune di Pistis. Un rifugio particolare: chi lo ha creato, trent’anni fa circa, è un signore di Guspini, che ha voluto che ogni forestiero lasciasse due, tre strofe in rima alla fine della sua visita. E le poesie improvvisate sono ancora tutte lì: foglietti arrangiati, pagine di quaderno e persino pezzi di cartone che lasciano spazio alla fantasia, purché in rima, di chi ha avuto la fortuna di arrivare da queste parti. È un angolo di paradiso, questa “dimora”. Un paziente lavoro del suo inventore ha trasformato una pianta in una casa
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