Storia e bellezza di Minturno.

Posta alla pendici meridionali dei Monti Aurunci, la cittadina sormonta il golfo di Gaeta, comprendendo un'area che si estende dal promontorio di Traetto, alla marina di Minturno e a Scauri. Toccata dall'antica via Appia, gli antichi romani restaurarono, alla fine del I sec a. C, il Tempio intitolato alla Ninfa Marica, dea creatrice di bellezza, ma anche tiranna e perfida scatenatrice di tempeste marine. Caio Mario fu l'eroe che consacrò il promontorio, rifugiandosi sulle alture, nell'88 d. C. per scampare dal rivale Silla, che mandò uno schiavo Cimbro a inseguirlo. Minturne, nome d'origine, fu distrutta dal Longobardi che occuparono le terre dal 580 al 590. I villici rifugiandosi sulle alture fondarono Traetto. Attacchi e distruzioni si susseguirono per mano degli Ungari finché il territorio non fu infeudato inizialmente dal Monastero di Montecassino, poi sotto i Colonna e infine sotto i Carafa. Soggiornare qui significa trovare le tracce del passato controverso e glorioso, oltre che giovarsi di un litorale accogliente e pulito. Da non perdere la visita alla Chiesa di San Pietro Apostolo risalente al IX sec. La facciata a capanna è ornata di un portico a cinque arcate, di cui la terza è sormontata dalla torre campanaria con tre ordini di bifore. All'interno si visitano le tre navate a sesto acuto e il soffitto ligneo a cassettoni del 1851 e il dipinto dell'Ultima Cena di Andrea Sabatini da Salerno.