Valdobbiadene, quando l’oste non c’è

Nella zona collinare che precede le Prealpi Trevigiane, in mezzo ai declivi sui quali sono ricavati ad arte terrazzamenti punteggiati di filari di vite, svetta Valdobbiadene, un comune di più di 10.000 abitanti in provincia di Treviso, a 40 Km a nordest del capoluogo e a due passi dal Piave. È un centro abitato fin dal paleolitico, poi ampliatosi in epoca romana, che dal medioevo fonda la propria economia, oltre che sull’industria serica, attiva ancora oggi in forma contenuta, soprattutto su quella vitivinicola, attestandosi come riferimento principale tra le Colline del Prosecco per la produzione e commercializzazione del vino Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene DOCG, ricercato a livello internazionale. Il borgo è adagiato sulle colline, quasi seguendone il profilo, circondato dalle vigne che in alcuni tratti lambiscono il centro abitato in un perfetto connubio tra tessuto urbano e agricoltura. Tra i luoghi da visitare in centro, spicca il Duomo di Santa Maria Assunta, con l’imponente campanile, risalente al 1200 e riedificato alla fine del 1700 in stile neoclassico, e la Chiesa di Santo Stefano Protomartire nella frazione Santo Stefano a est del paese. E proprio lungo le contrade di campagna tra quest’ultimo centro e Valdobbiadene c’è qualcosa di inusuale, l’Osteria Senza Oste. È un casolare colonico in pietra di fine ‘800 immerso nel verde, posizionato lungo una stradina che salendo sui terrazzi della collina retrostante introduce ai vigneti posti ai vari livelli. All’interno della casa sono esposte e disponibili le delizie del territorio, vini, salumi, formaggi, pane e dolci tipici. Il visitatore non deve fare altro che prendere il tagliere, affettare il salame, fare il panino, riempire il bicchiere e accomodarsi ai tavolini in legno, dotati di sedie e panchine, posti lungo il percorso o tra i filari sui terrazzamenti. Non c’è un oste a servire o a chiedere il conto, ogni prodotto ha un cartellino con il prezzo e l’ospite paga quanto ha consumato facendo lo scontrino secondo coscienza presso un registratore di cassa. Dietro a questo luogo c’è una storia di ospitalità fondata sulla fiducia del prossimo, voluta dal proprietario, padrone di un salumificio, che nel 2005 ha iniziato accogliendo amici e passanti. È un posto bucolico e incantevole dove potersi rilassare mangiando e godendo di una vista mozzafiato sui colli circostanti, un punto d’incontro dove, dietro uno spirito da pic-nic, il cibo diventa motivo d’unione e di scambio tra persone e culture diverse, trasformandosi in ambasciatore del territorio nel mondo, un luogo di culto, una meta del gusto imperdibile per i tanti turisti che arrivano da ogni dove per visitare le bellezze di questa zona.