Il carnevale di Ottana, una celebrazione millenaria

Nell’entroterra sardo possiamo trovare Ottana, un piccolo paese nel cuore della Barbagia. È questo un luogo ove si respirano i sentori più atavici dell’isola: la vegetazione è rigogliosa e verdeggiante, mentre la fauna abbonda, anche e soprattutto per la vicinanza con il fiume Tirso. La zona di Ottana è abitata sin da tempi remoti, come testimoniato dalle antiche costruzioni megalitiche che costellano il territorio: la muraglia megalitica del Monti Nieddu, il nuraghe di Marasorighes e il nuraghe di Talinos. Strascichi di cultura millenaria sopravvivono qui in un evento specifico: il carnevale di Ottana. L’origine della celebrazione deriva probabilmente da antichi riti propiziatori e apotropaici. L’attuale corso della festa vede le coreografie di tre maschere principali. La prima è “su Boe”, maschera in pero selvatico e di fattezze bovine; chi lo impersona indossa anche pelli di pecora e un corredo di campanacci pesante anche trenta chilogrammi. Su Boe durante la sfilata viene domato dal Merdule, un bovaro coperto da pellicce ovine e con una maschera dalle fattezze d’anziano grottescamente deformate. Il Merdule rabbonisce i Boes con l’uso di una corda di cuoio (sa Soca) e con un bastone (su Matzuccu). Terza maschera del carnevale è “sa Filonzana”, una vecchia coperta da una maschera e indumenti femminili (scialli e sottane) neri. Porta con sé un rocchetto di lana e tesse un simbolico “filo della vita”. Vi è quindi un palese rimando alle moire, antiche figure del mito greco Il Carnevale di Ottana è tra gli eventi folkloristici più antichi al mondo e cattura chiunque vi assista con la sua straordinaria e ancestrale forza suggestiva.