Castello di Sammezzano, fascino d’Oriente

A circa 45 minuti di auto da Firenze, corrispondenti a 37 Km circa in direzione sud-est, nella zona della montagna della provincia fiorentina nel territorio di Leccio, frazione del comune di Reggello, su una collinetta all’interno di un parco si erge il Castello di Sammezzano. Non è un eremo qualsiasi, ma possiede delle peculiarità che lo rendono unico nel suo genere. È l’espressione di un sogno cosmopolita del marchese Federico Panciatichi Ximenes d'Aragona, un politico, architetto, ingegnere, botanico, intellettuale e bibliofilo che teorizzava che le radici del rinascimento sono da ricercare nella cultura orientale. Per questo motivo non fu mai in accordo con il mondo culturale di Firenze che mai accettò le sue convinzioni, e nel 1853 diede il via alla realizzazione, terminata nel 1889, di questo maniero particolare le cui sale e i cui esterni parlano di volta in volta della Siria, della Persia, dell’India e di altre realtà che l’architetto non aveva mai visto di persona ma aveva studiato nei dettagli sui libri e spesso aveva immaginato, combinandole con simbologie e fregi, come il Giglio di Firenze, che secondo Ximenes d'Aragona sono una naturale evoluzione di quelli d’oltreconfine a oriente. Il risultato è un ambiente quasi fantastico, immerso nel parco in mezzo alle sequoie giganti che il marchese fece arrivare dall’America del Nord, oggi chiuso da una trentina d’anni e visitabile soltanto in occasioni particolari, ma punto di riferimento irrinunciabile per il mondo cinematografico e pubblicitario per catapultarsi in una realtà lontana pur restando dietro l’angolo.