Isole Pelagie: le Tre Sorelle

Vi è un arcipelago coricato sopra un mare blu da vertigine. Tra la spuma bianca di un inquieto andare e venire di onde, proprio al centro del canale di Sicilia: sono le isole Pelagie, isole sorelle che comprendono Lampedusa, Linosa e la più piccola che è Lampione. Belle da restare incantati, un tempo godevano del passaggio di ben pochi esseri umani, soprattutto pescatori. E conservavano dunque uno spirito selvaggio che dava un nutrimento buono ad ogni sorta di leggenda. Lampedusa rimane forse la più conosciuta, anche per le notizie che ci arrivano dai mass media: terra colma di suggestioni e contraddizioni che tuttavia riescono sempre a far pace con una bellezza fiera e genuina che non viene meno, nel tempo. Proprio a Lampedusa alcune voci collocano gli ori e i fasti di una vecchia Atlantide; e da qualche parte aleggia lo spirito del Furioso Orlando, e della battaglia tra i cavalieri cristiani e i saraceni che lì si svolse. Spunta poi la leggenda dei due monaci di Lampedusa, che intravidero un vascello incagliato nella terra da loro abitata. Vi erano due sole superstiti a bordo: Rosina e Clelia, che divennero nel tempo le loro spose. Linosa è un’isola vulcanica dalla superficie irregolare, squamosa. Terra impetuosa e dolce, si lascia cullare dal mare e dal canto degli uccelli: è detta infatti l’Isola delle Berte Maggiori, uccelli dalla grande apertura alare e dal becco ricurvo. La femmina depone un solo uovo all’anno, e il loro canto non di rado si riconduce a quello delle sirene che un tempo traevano in inganno chi si trovava a solcare su nave il mare placido o in tempesta, in cerca di fortuna. Lampione è una briciola d’isola, in confronto alle altre. Ha la poesia di uno scoglio e un faro abbarbicato su di esso, a vegliare sulle terre e le onde circostanti, forse venuta in forma di masso dalle mani di Ciclope. Scagliata, nata dall’energia indomita di quella forza severa e resistente, piazzata dal nulla sopra il nulla, coi pesci a fare il solletico a granuli di terra orfani di pace.